Il progetto
Un luogo che racchiude due anime
OCA ha l’intenzione di essere un laboratorio culturale, dove trovino spazio non solo le arti visive ma una molteplicità di discipline e di attori. Il progetto si propone così come un luogo di riflessione, di ricerca e di rigenerazione, chiamando ad agire e a relazionarsi fra loro in modo trasversale, scienziati, filosofi, artisti, architetti, antropologi, poeti, scrittori.
In armonia con il territorio della riserva, il Direttore artistico Emanuele Montibeller propone un percorso esperienziale nella natura che arricchisce la fruizione del paesaggio grazie a mostre e ad installazioni ambientali, che dialogano con la natura stessa.
Come abiteremo il mondo?
Abitare è più che vivere dentro un luogo: è farlo diventare la nostra casa, nel senso di rifugio, di protezione, ma anche di relazioni umane. Chi ha una casa ha una propria identità e un posto specifico nella società. Se per casa intendiamo il mondo intero, capiamo bene come il tema ambientale – che oggi si è imposto per fortuna con grande urgenza nell’opinione pubblica – non può riguardare solo l’ambiente in senso stretto. Diviene una questione culturale, antropologica e sociale. È su questo ragionamento che poggia le sue fondamenta il progetto OCA. Un progetto ambizioso, che partendo da un luogo solo apparentemente periferico, intende farne la metafora dell’intero pianeta. Si tratta dunque di un luogo speciale che vuole diventare un laboratorio culturale, dove non trovino spazio solo le arti visive, ma una molteplicità di discipline e di attori. Un laboratorio che cercherà di fornire risposte alla domanda essenziale: come abiteremo il mondo? Il tema, come dicevamo, va affrontato da più ambiti: quello scientifico, ma anche quello creativo. L’arte ha un ruolo importantissimo in tutto questo, perché rappresenta il fondamento identitario di una società. Senza cultura non si crea identità. OCA vuole suscitare la riflessione, la ricerca, vuole essere un luogo che si autogenera.
2023: la prima stagione di OCA
Dal primo è nato il viaggio “La Grande Oasi. The way we live, now”, una mostra fotografica realizzata per OCA e curata da Giovanna Calvenzi, con una serie di grandi scatti che hanno come protagonisti gli uomini ed il territorio, in un dialogo nel quale la presenza umana è misura stessa del paesaggio.
L'artista svedese Svensson, invece, attraverso le sue bandiere de-costruite nell'installazione 'Home of the world' ci ha suggerito un nuovo modo di 'abitare' la natura, in cui l'ambiente è una casa senza confini, nè mappe o distinzioni. È la 'nostra' casa che non possediamo e nella quale dobbiamo imparare a vivere in armonia. Due sguardi diversi, capaci entrambi di porre domande, lasciando al visitatore l'esperienza di una risposta.