Le stesse civiltà antiche utilizzarono pietre piovute dallo spazio per erigere monumenti sacri. Poco distante dal “recinto” di Thun ci si imbatte in altre strane pietre seminascoste dalla vegetazione, sassi neri simili a meteoriti, disposti casualmente a ridosso del bosco. “Erosions”, l’opera dell’artista italiano Quayola, interviene su pietre laviche con erosioni generate da un algoritmo e lavorate da una speciale macchina.
L’opera si ispira alla millenaria tradizione orientale delle scholars’ rocks, pietre naturali cesellate dall’uomo e trasformate in oggetti di contemplazione e venerazione estetica. Conoscenze millenarie, sapienza orientale, ricerca di sé e spiritualità formano così un intreccio narrativo denso di rimandi, che ricorre fra le varie opere.