La dimensione del mito e del rito si viene così a ricreare anche nell’opera dell’architetto Matteo Thun, una sorta di circolo di “dolmen” ma con una dimensione temporale che unisce passato e presente, già a partire dal titolo, “Fratelli tutti”. Chiaro l’omaggio all’enciclica “Laudato sii” di papa Francesco, la cui recente scomparsa conferisce a quest’opera un ulteriore accento di emozione e gratitudine.
Con Matteo Thun si entra dunque nella questione della relazione fra tutti gli esseri umani, in quanto abitanti dello stesso pianeta, senza distinzioni e confini, in una dimensione spirituale, quasi mistica, assecondando la necessità di una profonda riconnessione con noi stessi e con il mondo.