Dopo quella di Tayou, un’altra opera entrata a far parte della collezione permanente di OCA dalla scorsa stagione, ma che adesso rafforza ancora di più il tema del percorso “come abiteremo il mondo”: stiamo parlando di “Home of the world” dell’artista svedese David Svensson.
La questione ambientale non può essere affrontata solo nel recinto chiuso di ciascuna nazionalità: serve un approccio aperto, che superi i confini, che smonti le rispettive appartenenze geografiche e culturali per rimontarle in una prospettiva dialogante con tutti. Ecco il significato dietro i collage di Svensson con le bandiere del mondo, che sono state de-costruite e ricomposte in modo casuale. Ogni singola bandiera perde così il proprio carattere distintivo e identitario, le linee che delimitano i nostri confini sono pure convenzioni, mentre la natura è quello spazio che non conosce limiti né divisioni.